Project Description
Il Comune di Torino ha approvato il “Piano di Resilienza Climatica” con la delibera del Consiglio Comunale del 9 novembre 2020, diventando la terza città italiana, dopo Ancona e Bologna, a dotarsi di questo strumento.
Il Piano spiega come l’intera area urbana sia stata soggetta a numerosi eventi climatici estremi nel corso degli ultimi anni, anche per la sua collocazione all’interno di un complesso sistema idrologico, con esondazioni dei fiumi ed ondate di calore estreme.
Il Piano di adattamento si pone come obiettivo la riduzione degli impatti derivanti dal cambiamento climatico sia per il territorio che per i cittadini; questo obiettivo viene articolato con le seguenti finalità:
– cercare di ridurre il manifestarsi di un fenomeno critico;
– adattare l’ambiente urbano e i servizi per ridurre l’esposizione e gestire eventuali emergenze;
– adattare l’edificato per migliorare la qualità della vita e contenere la richiesta energetica;
– gestire l’evoluzione degli ecosistemi urbani e la trasformazione urbana;
– sviluppare una cultura del rischio climatico nella progettazione delle opere pubbliche (dimensionamento e innovazione);
– preparare i cittadini ad affrontare le nuove condizioni.
I punti nel dettaglio
Sul tema delle ondate di calore sono 40 le azioni individuate per contrastarne gli impatti, tra cui l’intervento sulle norme urbanistiche per adattare gli strumenti pianificatori e regolamentari, tra cui l’Allegato Energetico-Ambientale al Regolamento Edilizio, e di conseguenza rendere climate proof le nuove edificazioni e soprattutto le ristrutturazioni edilizie delle vecchie abitazioni.
Saranno poi avviate azioni come specifici programmi di formazione tecnica al fine di favorire la progettazione e la realizzazione di soluzioni innovative in grado di contrastare il disagio provocato dalle alte temperature sia negli edifici di proprietà pubblica che privata, con il coinvolgimento delle università locali e degli ordini professionali.
Particolare attenzione viene data anche alla comunicazione degli eventi anomali con la diffusione di allerte su un’ondata di calore in arrivo o in corso, attività di sensibilizzazione rivolte ai cittadini al fine di adottare opportune misure e corretti comportamenti in occasione di eventi più critici e la sensibilizzazione di una rete sociale di prossimità a supporto delle fasce più vulnerabili.
Per ridurre l’effetto isola di calore si punta a nuove infrastrutture verdi ed all’aumento del numero di alberi in città, soprattutto nelle aree che presentano una maggiore vulnerabilità, utilizzando specie arboree più resistenti alle nuove condizioni climatiche e, quindi, in grado di superare le condizioni di stress termico estivo.
È previsto l’utilizzo di materiali freschi, con elevati valori di riflettanza solare e quindi in grado di ridurre l’innalzamento termico, per le pavimentazioni urbane e per i tetti degli edifici, ma anche la riprogettazione delle fermate del trasporto pubblico.
Sono, invece, 38 le azioni individuate per contrastare gli impatti associati agli allagamenti, inclusi quelli causati da esondazione dei corsi d’acqua. Anche in questo caso viene sottolineata l’importanza di agire cambiando gli strumenti urbanistici pianificatori e di un sistema che informi i cittadini, e li allerti in caso di emergenza, in previsione dei fenomeni meteorologici estremi e degli effetti al suolo attesi per il rischio idrogeologico e idraulico, differenziati per zone di allerta.
Tra le azioni pratiche vi è la realizzazione di aree di drenaggio delle acque meteoriche per strade, piazze, marciapiedi, arredi, oltreché di rain garden per la raccolta delle acque e il suo successivo deflusso, che viene così rallentato, per smaltire volumi di acqua nettamente superiori a quelli di progettazione.
Prevista anche l’attuazione di azioni finalizzate ad aumentare la permeabilità del terreno, attraverso interventi di deimpermeabilizzazione o utilizzo di materiali drenanti nell’ambito delle aree in trasformazione o interventi di manutenzione, e la raccolta delle acque piovane per un riutilizzo successivo.
Un’altra azione riguarda le zone collinari della città con interventi di rimozione di detriti che verrebbero trasportati a valle creando sbarramenti, contribuendo a ridurre il rischio di intasamenti e danni alle infrastrutture fluviali, nonché l’ispezione e relativa pulizia dei tratti intubati dei rii collinari per ridurre il rischio di esondazione. Alcune azioni sono già state avviate o concluse, come la messa a dimora di 8.000 alberi tra il 2016 ed il 2018, e la realizzazione del nuovo bosco del Parco Stura sud nel 2019. Si tratta
di un progetto di forestazione urbana che ha permesso di piantare 700 alberi e 300 arbusti di 32 specie autoctone, caratteristiche dei boschi e delle fasce di riva della pianura piemontese.
Installazioni importanti anche quelle dei tetti verdi, in particolare nel caso dell’Environment Park, che ha permesso di ridurre l’impatto visivo della struttura del Parco tecnologico e la compenetrazione dello stesso nell’area verde del nuovo Parco Dora, assicurando comfort interno agli uffici grazie all’azione di filtro del calore esterno durante l’estate e un maggiore isolamento interno in inverno.
Altre realizzazioni di tetti verdi su edifici di proprietà comunale riguardano la Casa del Parco-Parco Colonnetti, una ludoteca, un bocciodromo ed il Parco Arte Vivente in via Giordano Bruno.