Project Description

Bangkok è una delle grandi metropoli mondiali dove mentre lo sviluppo urbano continua senza sosta, con una popolazione di oltre 10 milioni di persone, la subsidenza sta portando ad un abbassamento del terreno di 2 cm l’anno. La superficie del Golfo di Tailandia aumenta inoltre di 4 mm annui, al di sopra della media globale, e, con la capitale tailandese attualmente a circa 1,5 metri sul livello del mare, si ricordano con crescente paura le inondazioni del 2011 che hanno devastato la città.

La risposta ingegnosa dell’architetto Voraakhom ha visto la realizzazione nel 2018 del Centenary Park. Si tratta di 11 acri nel centro della città e, nascosta sotto gli alberi si trova la sua caratteristica più interessante: vasti contenitori d’acqua sotterranei che, insieme ad un grande stagno, possono contenere un milione di litri d’acqua. In condizioni normali, l’acqua che non viene assorbita dalle piante scorre in questi recipienti, dove viene immagazzinata per l’irrigazione durante i periodi asciutti. Quando si verificano gravi alluvioni, i contenitori trattengono l’acqua e la rilasciano nel sistema fognario pubblico dopo che le inondazioni si sono attenuate. Centenary Park è anche uno spunto per rinverdire una metropoli che, secondo il Green City Index dell’Economist Intelligence Unit, ha solo 3,3 mq di spazio verde per residente e dove negli ultimi 20 anni, secondo Center on Climate Change and Disaster della Rangsit University, la quantità di spazio verde è scesa dal 40% a meno del 10% totali dell’area metropolitana, aggravando il rischio di alluvione. Il Centenary Park è stato realizzato in un sito sul delta del Chao Phraya precedentemente occupato da edifici residenziali universitari.

Nel 2020, sempre grazie ad un progetto di Voraakhom, è stato inaugurato un altro progetto con funzioni simili di ritenzione idrica presso l’Università Thammasat di Bangkok. Si tratta della più grande fattoria urbana su tetto in Asia, con una superficie di 22.000 mq. Il tetto verde della Thammasat University affronta gli impatti dei cambiamenti climatici incorporando la moderna architettura del paesaggio con l’ingegno agricolo, imitando le tradizionali terrazze di riso, con il tetto verde, l’agricoltura urbana, l’energia solare e lo spazio pubblico. La forma dell’edificio è sviluppata a H, e ricorda una montagna con un enorme spazio verde che copre la parte superiore, con la funziona di rallentare, assorbire ed immagazzinare l’acqua piovana ed al tempo stesso utilizzarla per coltivare cibo.
Qualsiasi deflusso viene filtrato attraverso ogni strato di terreno e successivamente immagazzinato in quattro stagni di ritenzione, che possono raccogliere l’acqua fino a 11.718 metri cubi per l’irrigazione del tetto stesso. Inoltre, le varietà di piante autoctone coltivate creano un microclima e attirano specie di uccelli ed insetti impollinatori. Un vasto spazio viene utilizzato come fonte di energia pulita, non solo in termini di cibo biologico, ma anche energia solare per la comunità grazie ai pannelli fotovoltaici che
garantiscono una produzione annuale di 0,5 MWh utilizzati per generare elettricità all’interno dell’edificio sottostante. I pannelli solari coprono 3.565 metri quadrati totali ed aiutano a ridurre sensibilmente i costi energetici dell’Università.