Il rapporto Global Climate Highlights 2022 di Copernicus, il programma europeo di osservazione della Terra, ha messo in evidenza i dati sulle temperature record in Europa. In particolare, la scorsa estate è risultata la più calda da quando sono iniziate le registrazioni, mentre gli ultimi otto anni sono tutti tra i più caldi in assoluto. Negli ultimi 5 anni (tra il 2018 ed il 2022 compresi) le temperature medie in Europa sono aumentate di +2,2 gradi rispetto a metà Ottocento.
In evidenza altri record di temperatura come quello delle temperature medie del nord-ovest della Siberia, con 3°C sopra le medie, mentre nel sud-ovest europeo e nella penisola Antartica, all’estremo settentrionale del continente antartico, le temperature sono risultate di 2°C sopra le medie storiche. Al contrario nel Pacifico orientale, nelle fasce tropicali, le temperature sono rimaste per gran parte dell’anno sotto le medie, a causa della presenza de La Niña che ha anche portato a temperature più basse e piogge consistenti e fuori norma in Australia orientale.
Ancor peggio è andata in una delle regioni più sensibili ai cambiamenti climatici a livello globale, ossia l’Artico, dove le temperature sono aumentate addirittura di otto gradi rispetto alla media. Questi dati sono il risultato dell’aumento delle concentrazioni medie annue globali di anidride carbonica (CO2) e metano (CH4), che nel 2022 hanno raggiunto i livelli più alti mai misurati.
Il report sottolinea anche l’impatto dei lunghi periodi siccitosi che hanno caratterizzato il 2022, a partire dalla scarsità di precipitazioni nevose in inverno per proseguire poi con piogge scarse in gran parte del continente, in primavera ed estate. Molti settori, a partire dall’agricoltura, sono andati in sofferenza, senza dimenticare gli impatti sulla salute umana delle ondate di calore che hanno provocato 20mila morti.