Il nuovo Rapporto IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) manda un chiaro segnale: i prossimi anni saranno fondamentali per stabilire il futuro dell’umanità. Un altro messaggio importante è nella redazione stessa del Rapporto, perché non ve ne sarà un altro prima del 2030, anno in cui si tireranno le somme per capire a che livello potremmo fermare il riscaldamento globale.

Gli scienziati mondiali ci dicono quindi che siamo ancora in tempo per prendere le decisioni giuste in tema di mitigazione dei cambiamenti climatici e dei conseguenti effetti, ma sottolineano anche che questa finestra temporale si sta rapidamente chiudendo.

Le emissioni di gas climalteranti influenzeranno ulteriormente tutti i principali componenti del sistema climatico e molti cambiamenti saranno irreversibili su scale temporali che vanno da 100 a 1.000 anni. Per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C le emissioni di gas serra devono raggiungere il picco al più tardi prima del 2025, afferma il rapporto, seguito da profonde riduzioni globali. Il vero problema è che nel 2022 le emissioni globali sono aumentate di nuovo, stabilendo un nuovo record. 

Diventa ancora più importante e necessario un enorme sforzo nella direzione dell’adattamento ai cambiamenti climatici, innanzitutto per proteggere le persone. Nel Rapporto si sottolinea come l’Italia sia tra i Paesi al mondo a maggiore vulnerabilità.

Tuttavia, più velocemente le emissioni vengono ridotte, meglio sarà per miliardi di persone perché gli impatti negativi e le relative perdite e danni causati dal cambiamento climatico aumenteranno con ogni incremento del riscaldamento globale, mentre ogni tonnellata di emissioni di CO2 evitate riduce il rischio di una vera catastrofe.

Forte anche la connessione tra crisi climatica e ingiustizia sociale, visto che il 10% delle famiglie con le più alte emissioni pro capite contribuisce per il 34-45% alle emissioni globali basate sui consumi, mentre il 50% più povero contribuisce per il 13-15%. L’emergenza climatica, sottolinea l’IPCC, non può finire senza affrontare le disuguaglianze di reddito e di genere.

Il Rapporto evidenzia poi come i progetti di petrolio, gas e carbone già in funzione faranno saltare le nostre possibilità di limitare il riscaldamento a 1,5°C, a meno che alcuni non vengano chiusi in anticipo o dotati di una tecnologia di cattura del carbonio che deve ancora essere dimostrata funzionare su larga scala. A tal proposito, la tecnologia già disponibile su cui si deve fare affidamento, per efficacia e bassi costi, è quella dell’energia rinnovabile, solare ed eolica fra tutte, e dell’efficienza energetica.

Il Rapporto IPCC 2023

Comunicato stampa commento Rapporto IPCC