Legambiente presenta il Rapporto, con cadenza annuale, sulla situazione delle spiagge e delle coste in Italia. Intorno a questi ecosistemi si sta giocando una partita delicatissima nello scenario che si andrà ad aprire per i cambiamenti climatici con impatti economici e sociali rilevantissimi.
Raccontare quello che sta cambiando in termini di accessibilità alle spiagge, di erosione costiera, di impatti dei fenomeni atmosferici, di processi insediativi legali e abusivi è quanto mai urgente e di attualità.
Studiare e capire i processi in corso lungo le coste è quanto mai urgente. La prima ragione è legata ai processi di erosione costiera, che riguardano circa il 46% delle coste sabbiose, con i tratti di litorale soggetti ad erosione triplicati dal 1970. Uno dei problemi è che continuiamo ad intervenire con opere rigide come pennelli e barriere frangiflutti, che interessano almeno 1.300 km di costa. Queste opere vengono realizzate a difesa di spiagge, ma anche porti ed edifici, oltre che di un settore, come il turismo, che ha un peso rilevantissimo per l’economia italiana.
Altrettanto importante è capire quello che succede lungo le spiagge italiane. Anche qui, nella totale
latitanza di qualsiasi attenzione da parte dei Ministeri che oggi si chiamano della transizione ecologica, delle infrastrutture e mobilità sostenibili, del turismo, continua a crescere il numero di spiagge in concessione, tanto che in molti Comuni è oramai impossibile trovare uno spazio dove poter liberamente e gratuitamente sdraiarsi a prendere il sole.
Le concessioni balneari sono 12.166 dai dati dell’ultimo monitoraggio del Sistema informativo demanio marittimo (S.I.D.) (erano 10.812 in quello precedente del 2018) con un aumento del 12,5% in 3 anni.