Una nuova ricerca pubblicata su “Proceedings of the National Academy of Sciences” prevede uno scenario globale in cui in soli 50 anni, da 2 a 3,5 miliardi di persone, per lo più i poveri che non possono permettersi sistemi di raffrescamento, vivranno in un clima che sarà troppo caldo da gestire.

Con ogni aumento di 1 °C delle temperature medie annue globali dovute al cambiamento climatico causato dall’uomo, circa un miliardo di persone finirà in aree troppo calde per essere abitabili, secondo l’ecologa Marten Scheffer dell’Università di Wageningen nei Paesi Bassi, co-autore dello studio.

Nello scenario peggiore per la crescita della popolazione e per l’inquinamento da anidride carbonica lo studio prevede che vivranno circa 3,5 miliardi di persone in zone estremamente calde, ossia un terzo della popolazione prevista per il 2070.

Ma anche lo scenario meno drammatico stima che tra 50 anni ci saranno circa due miliardi di persone che vivono in luoghi troppo caldi da poter sopportare senza aria condizionata.

Attualmente circa 20 milioni di persone vivono in luoghi con una temperatura media annua superiore a 29 °C, molto al di là della temperatura ottimale. Come estensione si tratta di meno dell’1% della superficie terrestre, ma man mano che il Pianeta diventa più affollato e più caldo, ampie zone di Africa, Asia, Sud America e Australia finiranno probabilmente in questo stesso intervallo di temperature. Ben oltre 1 miliardo di persone, e fino a 3,5 miliardi di persone, saranno colpite a seconda delle scelte di cambiamento climatico che l’umanità farà nel corso del prossimo mezzo secolo.