Le temperature delle acque degli oceani hanno raggiunto un nuovo livello record nel 2019, mostrando un riscaldamento indiscutibile ed accelerato del pianeta. Gli oceani assorbono oltre il 90% del calore intrappolato dai gas serra emessi dalla combustione di combustibili fossili, dalla distruzione delle foreste e da altre attività umane. Una nuova analisi mostra che gli ultimi cinque anni sono anche i primi cinque più caldi registrati nelle acque marine, stessa cosa se si considerano gli ultimi 10 anni. Lo studio, curato tra gli altri dall’Università di St Thomas, nel Minnesota, Stati Uniti, evidenzia come gli oceani più caldi portano a tempeste più gravi e interrompono il ciclo dell’acqua, il che significa più inondazioni, siccità e incendi, nonché un inesorabile aumento del livello del mare. Temperature più elevate danneggiano anche la vita nei mari, con il numero di ondate di calore marine in forte aumento.

Il 2019 non è stato solo l’anno più caldo mai registrato, ma ha mostrato il più grande aumento di un solo anno dell’intero decennio, un promemoria che fa riflettere sul fatto che il riscaldamento provocato dall’uomo continua senza sosta.

L’analisi, pubblicata sulla rivista “Advances In Atmospher Sciences”, utilizza i dati oceanici provenienti da ogni fonte disponibile. La maggior parte dei dati proviene dai 3.800 galleggianti Argo alla deriva dispersi tra gli oceani, ma anche dai batti-termografi a forma di siluro rilasciati dalle navi in passato.

I risultati mostrano che il calore aumenta a un ritmo accelerato mentre i gas serra si accumulano nell’atmosfera. La stragrande maggioranza delle regioni degli oceani mostra un aumento dell’energia termica.

Gli oceani più caldi si espandono e sciolgono il ghiaccio, causando l’innalzamento del livello del mare. Gli ultimi 10 anni mostrano anche il livello del mare più alto misurato dall’anno 1900. Gli scienziati prevedono circa un metro di innalzamento del livello del mare entro la fine del secolo, abbastanza da costringere a migrare 150 milioni di cittadini in tutto il mondo.

La nuova analisi valuta il calore nei primi 2000 metri di profondità dell’oceano, poiché è lì che viene raccolta la maggior parte dei dati ma è anche il luogo in cui si accumula la maggior parte del calore e dove vive la maggior parte della vita marina. Il metodo di analisi è stato sviluppato dai ricercatori dell’Accademia Cinese delle Scienze di Pechino ed utilizza metodi statistici per interpolare i livelli di calore nei pochi luoghi in cui non c’erano dati, come sotto la calotta artica. Un’analisi indipendente degli stessi dati da parte della National Oceanographic and Atmospher Administration degli Stati Uniti mostra lo stesso trend di calore in aumento.