Secondo il nuovo Climate Risk Index pubblicato nei giorni scorsi  da Germanwatch l’Italia, tra il 1999 al 2018, ha registrato 19.947 morti riconducibili agli eventi meteorologici estremi. Le perdite economiche sono state quantificate in 32,92 miliardi di dollari.

L’Italia è al sesto posto nel mondo per numero di vittime e diciottesima per numero di perdite economiche pro capite. Nel complesso, nel ventennio l’Italia risulta il ventiseiesimo Paese più colpito dagli eventi estremi. Il rapporto di Germanwatch, diffuso a Madrid in occasione della Cop25, pone l’accento sul fatto che le condizioni meteorologiche estreme, legate ai cambiamenti climatici, stanno colpendo non solo i Paesi più poveri come Myanmar e Haiti, ma anche alcuni dei Paesi più ricchi del mondo. Nel 2018 il Paese più colpito dagli eventi estremi è infatti il Giappone, che l’anno scorso ha dovuto fare i conti con piogge eccezionali, ondate di calore e tifoni. Seguono Filippine, Germania, Madagascar, India, Sri Lanka, Kenya, Ruanda, Canada e Fiji. In termini assoluti, è l’India a essere prima sia per numero di vittime (2.081, davanti alle 1.282 giapponesi e alle 1.246 tedesche), sia per perdite economiche: (37,8 miliardi, cui seguono i 35,8 miliardi del Giappone). L’Italia, nella classifica annuale, è invece ottava per perdite economiche pro-capite, e ventottesima per morti. Tornando agli ultimi due decenni (1999-2018), la classifica generale degli Stati più colpiti dagli eventi estremi non vede alcun Paese ricco tra i primi dieci, che sono Portorico, Myanmar, Haiti, Filippine, Pakistan, Vietnam, Bangladesh, Thailandia, Nepal e Dominica.