Due terzi dei ghiacciai delle Alpi sono destinati a sciogliersi entro la fine del secolo a causa dei cambiamenti climatici, secondo uno studio presentato a Vienna alla conferenza di European Geosciences Union.

Per l’elaborazione di questo studio sono state combinate diverse simulazioni partendo dai dati sulle temperature registrati negli ultmi anni. La metà del ghiaccio nei 4000 ghiacciai della catena montuosa scomparirà entro il 2050 a causa del riscaldamento globale già provocato dalle emissioni passate, come dimostra la ricerca. Dopodiché, anche se le emissioni di CO2 dovessero scende a livelli vicino allo zero, i due terzi del ghiaccio scomparira’ nel 2100.

Se le emissioni continueranno a salire al ritmo attuale, le lingue glaciali saranno completamente scomparse dalle valli alpine entro la fine del secolo. I ricercatori hanno affermato che la perdita dei ghiacciai avrebbe un grande impatto sulla disponibilità di acqua per l’agricoltura e l’energia idroelettrica, in particolare durante la siccità, e influenzerebbe la natura e il turismo. Nello scenario pessimista, le Alpi saranno per lo più prive di ghiaccio entro il 2100, con solo distese di ghiaccio isolate ad alta quota, che rappresentano il 5% o meno del volume di ghiaccio attuale.

A febbraio, un altro studio ha rilevato che un terzo degli enormi giacimenti di ghiaccio delle imponenti catene montuose dell’Asia e’ anch’esso destinato a sciogliersi a causa dei cambiamenti climatici, con gravi conseguenze per quasi 2 miliardi di persone a valle.

I ghiacciai lungo l’Hindu Kush e la catena himalayana sono ad altitudini più alte e più fredde, ma se non si tagliano le emissioni globali di carbonio, due terzi del ghiaccio si sciogliera’ entro il 2100.

Tagliare le emissioni da combustione di fonti fossili, deforestazione ed altre attività inquinanti sono il fattore più importante per ridurre al minimo lo scioglimento del ghiaccio.